Plagiocefalia posizionale e testa piatta

La plagiocefalia e la testa piatta: sono la stessa cosa? 

Spesso, quando si parla di deformazioni craniche nei neonati, si utilizzano i termini “plagiocefalia” e “testa piatta” come sinonimi. In realtà, anche se entrambi indicano un’alterazione nella forma del cranio, esistono differenze specifiche tra le due condizioni che è importante conoscere.

Plagiocefalia: cos’è?

La plagiocefalia è una deformazione del cranio che si manifesta con un appiattimento laterale, ossia su un lato della testa. Questo aspetto asimmetrico si sviluppa quando il neonato tende a mantenere la testa ruotata sempre nella stessa direzione, spesso a causa di un torcicollo miogeno o di un’abitudine posturale viziata. La plagiocefalia può essere posizionale (legata alla postura) o, in casi rari, essere causata da una fusione precoce delle suture craniche (plagiocefalia sinostotica).

Testa piatta: differenza e somiglianze

Quando si parla di “testa piatta”, in genere si fa riferimento a una condizione più generica, dove la parte posteriore del cranio (la regione occipitale) appare appiattita, senza l’asimmetria laterale tipica della plagiocefalia. Questo tipo di deformazione è spesso causato dal mantenere la testa in una posizione supina (a pancia in su) per lunghi periodi, specialmente nei primi mesi di vita. Anche la “testa piatta” è posizionale, ed è spesso un effetto secondario alla raccomandazione di far dormire i neonati sulla schiena per prevenire la SIDS (Sindrome della Morte Improvvisa del Neonato).

Altre deformazioni craniche posizionali

 

Meno comuni ma sempre presenti e sempre dovute al posizionamento ripetuto del bambino a pancia in su sono la Brachicefalia, la Dolicocefalia (conosciuta anche come Sfafocefalia) e la Trigonocefalia.
 

La brachicefalia si manifesta quando la parte posteriore della testa risulta appiattita, ma in maniera più diffusa e simmetrica rispetto alla plagiocefalia. Questo accade quando il bambino viene messo spesso a dormire con la testa in una posizione centrale, senza ruotarla lateralmente. Il cranio si allarga lateralmente e perde la sua forma naturale arrotondata, assumendo un aspetto più largo e corto. La brachicefalia può influenzare non solo l’estetica del cranio, ma anche lo sviluppo motorio del bambino.

 

La dolicocefalia, invece, è una condizione in cui la testa si allunga e si restringe lateralmente, assumendo una forma ovale e allungata. Questa deformazione è spesso dovuta a una posizione in cui il bambino rimane troppo tempo su un fianco o in una posizione laterale obbligata, ad esempio in caso di parto prematuro o di particolari necessità posturali. Anche in questo caso, la forma allungata del cranio può comportare difficoltà nello sviluppo motorio o nella capacità del bambino di muovere liberamente la testa.

Entrambe queste deformazioni, pur meno frequenti rispetto alla plagiocefalia, possono essere prevenute e trattate efficacemente con un approccio osteopatico. L’osteopata può intervenire con tecniche mirate per migliorare la mobilità cranica e favorire uno sviluppo armonioso del cranio, aiutando a prevenire possibili complicazioni.

 

Deformazioni posizionali o congenite?

Le deformazioni craniche, come la plagiocefalia, e la craniostenosi sono condizioni che riguardano la forma del cranio nei neonati, ma hanno cause e conseguenze molto diverse.

Deformazioni craniche posizionali, come la plagiocefalia, sono il risultato di una pressione prolungata su un’area specifica del cranio, spesso causata dal posizionamento ripetuto del bambino. Un esempio comune è lasciare il bambino troppo a lungo supino, o in dispositivi come sdraiette o ovetti. Il cranio del neonato è ancora morbido e può modellarsi sotto pressione, creando asimmetrie. Queste deformazioni non sono causate da problemi strutturali del cranio e, nella maggior parte dei casi, possono essere risolte con interventi non invasivi come la modifica delle posizioni in cui viene posto il bambino e la fisioterapia.

Craniostenosi, invece, è una condizione molto più seria e rara. Si verifica quando una o più suture del cranio del neonato si chiudono prematuramente, impedendo la crescita corretta del cervello e del cranio. Questo può portare a deformazioni più marcate e, in alcuni casi, può influenzare lo sviluppo cerebrale. La craniostenosi richiede un intervento chirurgico per aprire le suture bloccate e consentire al cervello di crescere correttamente.

Principali differenze:

  • Causa: le deformazioni craniche posizionali sono dovute a fattori esterni, mentre la craniostenosi è una condizione congenita.
  • Trattamento: le deformazioni posizionali spesso si risolvono con cambi di postura e terapia osteopatica o fisioterapica. La craniostenosi richiede un intervento chirurgico.
  • Impatto: la craniostenosi può influire sullo sviluppo cerebrale se non trattata, mentre le deformazioni posizionali non comportano problemi neurologici.

Distinguere tra queste condizioni è fondamentale per garantire una diagnosi e un trattamento corretti.

Conseguenze della testa piatta

Le deformazioni craniche del neonato, come la testa piatta, possono avere impatti significativi sia sui genitori che sul bambino, toccando aspetti psicologici ed estetici e sollevando preoccupazioni per la salute futura del piccolo.

 

Conseguenze sulla salute del neonato:

Dal punto di vista fisico, una deformazione cranica non si limita all’estetica. L’alterazione della forma del cranio e del viso può influenzare le strutture interne come occhi, bocca e mandibola, causando preoccupazioni legittime riguardo lo sviluppo corretto del bambino. Le conseguenze potenziali includono difficoltà visive, asimmetrie mandibolari che possono impattare sulla masticazione e lo sviluppo dentale, scoliosi legata a posture sbilanciate e frequenti episodi di otite media a causa della compressione delle strutture uditive.

Anche l’aspetto estetico del bambino può essere compromesso, con un impatto non indifferente sulla percezione futura della sua immagine corporea. La forma alterata del cranio può, infatti, diventare una caratteristica evidente, che potrebbe persistere se non trattata adeguatamente.

Conseguenze sul benessere dei genitori:

Quando si manifesta una deformazione cranica come la testa piatta, i genitori spesso si trovano a fronteggiare un forte carico emotivo. In molti casi, si possono sviluppare sensi di colpa, sentendosi responsabili per non essere riusciti a prevenire o correggere la condizione. A ciò si aggiunge l’ansia legata alla possibilità che la deformazione non possa essere risolta del tutto, il che alimenta timori riguardanti l’aspetto del bambino e le sue potenziali conseguenze future. L’incertezza su come procedere e la frustrazione nel vedere il proprio figlio con una forma del cranio alterata possono impattare anche sul benessere psicologico dei genitori.

Per questi motivi, è fondamentale affrontare tempestivamente le deformazioni craniche nei neonati, seguendo trattamenti specifici e mirati, come quelli osteopatici, per ridurre i rischi associati e aiutare il bambino a svilupparsi in maniera armoniosa.

Cause della testa piatta

La plagiocefalia e la cosiddetta “testa piatta” nel neonato sono condizioni sempre più comuni, e una delle principali cause risiede nel modo in cui il bambino viene posizionato quotidianamente. Molti genitori, nel tentativo di proteggere il piccolo dalla sindrome della morte in culla (SIDS), tendono a lasciarlo troppo a lungo in posizione supina, cioè a pancia in su. Questo posizionamento, se ripetuto nel tempo senza alternare il lato su cui il bambino appoggia la testa, può contribuire allo sviluppo di deformazioni craniche.

Un altro fattore determinante è l’uso prolungato di dispositivi come sdraiette, seggiolini e ovetti. Questi strumenti, pur essendo pratici per i genitori, rappresentano veri e propri “nemici” della testa piatta. La testa del neonato, ancora morbida e in fase di crescita, tende a schiacciarsi su superfici rigide e curve, senza la possibilità di muoversi liberamente. Questo limita i naturali movimenti del cranio e aumenta il rischio di appiattimento in determinate aree.

Il meccanismo alla base della testa piatta è sempre lo stesso: quando una parte del cranio del neonato viene continuamente appoggiata su una superficie rigida, il tessuto osseo, ancora flessibile, si appiattisce sotto la pressione. Tuttavia, la differenza tra le varie forme di deformazioni craniche, come la dolicocefalia e la brachicefalia, sta nel lato su cui il bambino viene abitualmente posizionato. Nel caso della dolicocefalia, ad esempio, il cranio si allunga nella direzione antero-posteriore, mentre nella brachicefalia il cranio si appiattisce sul retro, risultando più largo e corto.

Per prevenire queste deformazioni, è fondamentale variare frequentemente la posizione del neonato e limitare il tempo trascorso in dispositivi che favoriscono l’appiattimento del cranio.

Il Collegamento tra Torcicollo Miogeno e Plagiocefalia

Un fattore che contribuisce significativamente alla formazione della plagiocefalia è il torcicollo miogeno, una condizione in cui i muscoli del collo del neonato sono contratti, limitando la mobilità e costringendo il bambino a mantenere la testa ruotata sempre dallo stesso lato. Questa inclinazione preferenziale causa una pressione costante su una determinata area del cranio, che, come nel caso del posizionamento supino prolungato, porta all’appiattimento.

Il torcicollo miogeno non solo influisce sulla mobilità del collo, ma favorisce anche lo sviluppo di una plagiocefalia posizionale poiché il bambino, incapace di ruotare la testa in modo simmetrico, tende a dormire e riposare con la testa sempre nello stesso punto. Se il torcicollo non viene trattato precocemente, la pressione prolungata su un lato del cranio può portare a deformazioni significative.

Riconoscere e trattare tempestivamente il torcicollo miogeno è quindi fondamentale per prevenire o limitare lo sviluppo della plagiocefalia. Attraverso l’intervento osteopatico, è possibile rilassare la muscolatura contratta, migliorare la mobilità del collo e distribuire uniformemente le pressioni sul cranio, aiutando così a prevenire o correggere la deformazione cranica.

Plagiocefalia e testa piatta: sono risolvibili?

La buona notizia è che entrambe le condizioni, se diagnosticate precocemente, sono trattabili. L’osteopatia pediatrica svolge un ruolo chiave nel correggere le tensioni e gli squilibri che portano a queste deformazioni. Attraverso tecniche delicate e specifiche, l’osteopata aiuta a migliorare la mobilità del cranio e del collo, riducendo le tensioni muscolari e favorendo il corretto sviluppo della forma cranica.

Prevenzione e trattamento

Per prevenire e correggere la plagiocefalia e la testa piatta, è fondamentale osservare alcuni accorgimenti:

  • Variare spesso la posizione del neonato durante la veglia e il sonno;
  • Stimolare il bambino a muovere il capo da entrambi i lati;
  • Praticare il “tummy time” (tempo passato a pancia in giù) per rafforzare i muscoli del collo e della schiena.

Trattamenti osteopatici per  la plagiocefalia 

Come osteopata specializzato nel trattamento dei neonati e dei bambini, posso offrire soluzioni efficaci per la plagiocefalia. Il mio approccio terapeutico si basa sulla valutazione completa del tuo bambino per comprendere le cause sottostanti della plagiocefalia e sviluppare un piano di trattamento personalizzato.

Il trattamento osteopatico per la plagiocefalia include una combinazione di tecniche manuali delicate volte a riequilibrare le tensioni muscolari e ridurre le restrizioni del movimento del cranio. Utilizzo tecniche specifiche per ripristinare l’allineamento corretto del cranio, migliorare la funzione muscolare e promuovere una crescita uniforme del cranio del neonato.

Al genitore verrà inoltre fornita una serie di consigli da mettere da subito in pratica per prevenire eventuali recidive e mantenere il risultato ottenuto.